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I danni causati dal utilizzo del miglioratore

La storia dei miglioratori è lunga una vita: sono almeno 20 anni che si usano miglioratori a livello industriale e una manciata in meno che questi ingredienti molto particolari sono alla portata di tutti: piccoli e grandi panifici li utilizzano normalmente (tengo a precisare una cosa: NON TUTTI li utilizzano) ancora oggi.



I miglioratori appartengono alla vasta e non ben precisata famiglia dei coadiuvanti tecnologici. Questi ultimi, spesso, godono di una proprietà "meravigliosa": possono non essere indicati in etichetta.
Perchè mai?
Leggiamo:
"i coadiuvanti tecnologici sono sostanze che non sono consumate come ingrediente
alimentare in sé ma che sono volontariamente utilizzate nella trasformazione
di materie prime, prodotti alimentari o loro ingredienti, per rispettare
un determinato obiettivo tecnologico in fase di lavorazione o di trasformazione.
Nel prodotto finito si riscontra la presenza, non intenzionale ma tecnicamente
inevitabile, di residui di tale sostanza o di suoi derivati e perciò possono non essere dichiarati tra gli ingredienti. Questi residui non devono
rappresentare un rischio per la salute e non hanno effetti tecnologici sul prodotto
finito"*.


Non tutti i miglioratori, chiaramente, godono di questa proprietà. Altri sono veri e propri ingredienti che devono essere indicati in etichetta (per esempio il glutine...).
Ancora diverso è il discorso degli additivi: questi devono essere usati in percentuali ben definite e stabilite per legge e anche per loro è obbligatorio l'inserimento nella lista ingredienti (maltodestrine, monodigliceridi, acido ascorbico, per esempio).

Fatta questa distinzione andiamo a precisare alcune cose fondamentali sui miglioratori:

- sono un detrattore dell'uso delle "polverette" e questo, per chi ogni tanto si fa una passeggiata da queste parti, è risaputo. Ma sforzandomi di essere obbiettivo direi che il loro uso, in termini di quantità, è marginale. Di conseguenza valuterei attentamente gli studi prima di dire che causano malattie;

- il loro uso è, per lo più, per risparmiare oltre che sulle materie prime anche sui processi che si fanno più brevi. La manodopera oggi è l'ingrediente che, purtroppo, costa di più e che tutti cercano di contenere. Ma è pure quella che ti fa fare i prodotti migliori tutti i lievitati, pane, pizza, panettoni ecc... non vogliono mai fretta!

- la più grande e inaccettabile scorrettezza è che questi possano non essere indicati: questa vaghezza e permissività legislativa sospetto sia stata impiantata proprio per facilitare l'industria alimentare in genere. Non dare al consumatore la possibilità di scegliere significa reprimere la sua libertà e limitare la concorrenza in un mercato. Per quale assurdo motivo un prodotto più naturale debba essere uguale ad uno realizzato con miglioratori invisibili?

Un piccolo esempio sono i miglioratori a base enzimatica. Tu li metti dentro l'impasto e ti danno un prodotto più morbido o più fragrante o con scadenza più lunga (o tutte e 3 le cose insieme). Ogni particolare enzima preparato in laboratorio e opportunamente selezionato ha una sua funzione. Quindi per fare una brioche, ad esempio, posso levare i monodigliceridi (che di certo è un additivo non brillante, ma che DEVI DICHIARARE in etichetta quindi il consumatore PUO' scegliere) e mettere gli enzimi che mi "puliscono" l'etichetta (ma al consumatore viene negata la possibilità di scegliere).

fonti: http://seiciochemangi.blogspot.com/