James Arruda Henry, autore di "In a Fisherman's friend": "Mi sposai, ma non dissi neppure a mia moglie Jean che ero analfabeta. Lei se ne accorse dopo due anni"
foto IberPress
Questa storia inizia tanto tempo fa, prima che iniziasse la Prima Guerra Mondiale, allora James venne messo al mondo da una famiglia portoghese delle Azzorre, e come tante famiglie povere in quegli anni, anche la sua emigrò nel nuovo mondo, inseguendo l'"American Dream", e si stabilì a Mystic, lungo la costa del Connecticut.
"Mio padre (racconta James), era un alcolizzato che costrinse me e mio fratello a lasciare la scuola, perchè voleva lavorassimo per lui. Ci faceva fare di tutto: raccogliere l'immondizia, costruire mattoni, vendere il mais". James era molto dispiaciuto di aver lasciato gli studi e e si vergognava davanti ai suoi compagni di non sapere nè leggere nè scrivere, quindi decise di tenere per sè questo segreto. Continuò a vivere alla giornata facendo i mestieri più duri, per un periodo addirittura s'improvvisò pugile, poi un bel giorno scoprì il mare.
"Mi sposai, ma all'inizio non dissi neppure a mia moglie Jean che ero analfabeta. Lei se ne accorse dopo due anni quando gli spiegai perchè non potevo andare a pagare le bollette". La moglie mantenne il segreto nascondendolo anche alle sue due figlie. Quando andavano al ristorante lui non riusciva a leggere il menù, quindi aspettava che qualcuno ordinasse e poi ordinava la stessa cosa. Il trucco funzionò fino al 2005, quando la moglie Jean si ammalò e James fu costretto a chiedere aiuto alle figlie e a svelare il suo segreto, una nipote allora gli regalò un libro di George Dawson, "Life is good", che narra della storia del figlio di uno schiavo nero che impara a leggere a novantotto anni. "Diavolo pensai, se ce l'ha fatta lui ce la posso fare anche io".
Il nipote Bobby faceva il maestro e lo ammonì di non chiamarlo mai: "Scrivimi una lettera, è l'unico modo in cui sono disposto a comunicare con te". James la prese bene: "Era la sfida di cui avevo bisogno, studiavo fino a mezzanotte, mi cadevano i libri per terra perchè mi addormentavo". Nel frattempo però la malattia di sua moglie si era aggravata, le sue condizioni andarono peggiorando finchè la moglie non morì: "Smisi di fare qualunque cosa e mi misi a letto, volevo lasciarmio morire". I nipoti gli trovarono una casa nuova e un tutore, l'ex maestro Mark Hogan:"Per un pò restai in un angolo, poi decisi di finire quello che avevo iniziato".
E fu così che James imparò a leggere e a scrivere, e gli piacque così tanto che un giorno decise: "Voglio scrivere un libro, ho tante in storia in testa da raccontare". E così venne pubblicato "In a Fisherman's Language", stampato in proprio dallo stesso James, verrà firmato dal Presidente Obama, una volta che grazie al progetto "Port to port" avrà visitato il cinquantesimo stato: "Non sarò un professore, ma sto imparando. E chi lo sa? Se vivo abbastanza a lungo magari lo diventerò".
Articolo pubblicato da: www.tgcom24.mediaset.it
"Mio padre (racconta James), era un alcolizzato che costrinse me e mio fratello a lasciare la scuola, perchè voleva lavorassimo per lui. Ci faceva fare di tutto: raccogliere l'immondizia, costruire mattoni, vendere il mais". James era molto dispiaciuto di aver lasciato gli studi e e si vergognava davanti ai suoi compagni di non sapere nè leggere nè scrivere, quindi decise di tenere per sè questo segreto. Continuò a vivere alla giornata facendo i mestieri più duri, per un periodo addirittura s'improvvisò pugile, poi un bel giorno scoprì il mare.
"Mi sposai, ma all'inizio non dissi neppure a mia moglie Jean che ero analfabeta. Lei se ne accorse dopo due anni quando gli spiegai perchè non potevo andare a pagare le bollette". La moglie mantenne il segreto nascondendolo anche alle sue due figlie. Quando andavano al ristorante lui non riusciva a leggere il menù, quindi aspettava che qualcuno ordinasse e poi ordinava la stessa cosa. Il trucco funzionò fino al 2005, quando la moglie Jean si ammalò e James fu costretto a chiedere aiuto alle figlie e a svelare il suo segreto, una nipote allora gli regalò un libro di George Dawson, "Life is good", che narra della storia del figlio di uno schiavo nero che impara a leggere a novantotto anni. "Diavolo pensai, se ce l'ha fatta lui ce la posso fare anche io".
Il nipote Bobby faceva il maestro e lo ammonì di non chiamarlo mai: "Scrivimi una lettera, è l'unico modo in cui sono disposto a comunicare con te". James la prese bene: "Era la sfida di cui avevo bisogno, studiavo fino a mezzanotte, mi cadevano i libri per terra perchè mi addormentavo". Nel frattempo però la malattia di sua moglie si era aggravata, le sue condizioni andarono peggiorando finchè la moglie non morì: "Smisi di fare qualunque cosa e mi misi a letto, volevo lasciarmio morire". I nipoti gli trovarono una casa nuova e un tutore, l'ex maestro Mark Hogan:"Per un pò restai in un angolo, poi decisi di finire quello che avevo iniziato".
E fu così che James imparò a leggere e a scrivere, e gli piacque così tanto che un giorno decise: "Voglio scrivere un libro, ho tante in storia in testa da raccontare". E così venne pubblicato "In a Fisherman's Language", stampato in proprio dallo stesso James, verrà firmato dal Presidente Obama, una volta che grazie al progetto "Port to port" avrà visitato il cinquantesimo stato: "Non sarò un professore, ma sto imparando. E chi lo sa? Se vivo abbastanza a lungo magari lo diventerò".
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