Roma, per cinque giorni hanno vissuto l’una la vita dell’altra. Ora si incontreranno a Sulmona grazie a Facebook

foto LaPresse
Secondo quanto riporta "Il Messaggero", le due donne da tempo desideravano confrontare le loro storie di vita, ma per tutti questi anni non sono riuscite a rintracciarsi. Ora il loro sogno si avvererà e potranno stringersi la mano a 46 anni dallo scambio in culla. Entrambe conservano le pagine dei quotidiani dell'epoca che raccontano dell’errore, ma ora potranno trovarsi finalmente faccia a faccia.
Maria Dolores è una naturopata, vive a Secinaro, vicino Sulmona, ha due figli, Rosita di 18 anni e Diego di 16. "In famiglia si è sempre parlato di questa storia, mia madre la ricorda con un grande dolore come se rivivesse quello shock - spiega -. In quegli anni i miei genitori abitavano a Sora. Il primo figlio era morto durante un parto podalico, allora mio padre aveva deciso di farmi nascere in un ospedale di Roma".
Antonella abita a Campetella, tre chilometri da Guidonia, è sposata e ha un figlio di 24 anni, Simone. "Quando ho partorito ero terrorizzata che potessero sbagliare anche con lui. A una mia parente ho chiesto: stammi vicino e controlla quando gli mettono il braccialetto. Quello scambio deve essere stato un trauma anche per me - ha raccontato -. Sono la quarta di cinque figli e da piccola quando litigavamo mi dicevano: tu non sei nostra sorella, da piccola ti hanno scambiata in culla. Piangevo disperata e mia madre doveva consolarmi. E’ morta tre anni fa, sarebbe stata felicissima di sapere dell’incontro con Maria Dolores. Avevamo pensato di rivolgersi alle trasmissione tv per rintracciarla, Portobello o C’è posta per te. Poi non ne avevamo fatto nulla".
Nel 1965 non esisteva ancora il braccialetto identificativo per i neonati, ma soltanto un cerotto sulla schiena con il nome del bambino. "Per cinque giorni sono stata allattata da un’altra mamma e mi hanno anche battezzata in ospedale con il nome di Antonella - ha spiegato Maria Dolores -. Prima delle dimissioni mio padre chiese alle assistenti che mi facessero il bagnetto, così hanno visto il cerotto e si è scoperto l’errore".
Maria Dolores racconta invece di aver portato per anni i segni di quello scambio. "Da bambina piangevo spesso per la paura di perdere i miei genitori - ha precisato -. Ho dovuto fare un lungo percorso per liberarmi da quel senso di abbandono". Entrambe però hanno sempre pensato alla "sorella di latte" e desiderato almeno di incontrarla una volta nella vita.
Rintracciarsi però non è stato facile. Su Facebook Maria Dolores ha scritto a tutte le Antonella Chiodi chiedendo la data di nascita, finché un giorno una di loro ha risposto di sì. "Sono io quella bambina", ha risposto Antonella, dando il via a un lungo scambio di email. Poi la decisione di incontrarsi.
Maria Dolores è una naturopata, vive a Secinaro, vicino Sulmona, ha due figli, Rosita di 18 anni e Diego di 16. "In famiglia si è sempre parlato di questa storia, mia madre la ricorda con un grande dolore come se rivivesse quello shock - spiega -. In quegli anni i miei genitori abitavano a Sora. Il primo figlio era morto durante un parto podalico, allora mio padre aveva deciso di farmi nascere in un ospedale di Roma".
Antonella abita a Campetella, tre chilometri da Guidonia, è sposata e ha un figlio di 24 anni, Simone. "Quando ho partorito ero terrorizzata che potessero sbagliare anche con lui. A una mia parente ho chiesto: stammi vicino e controlla quando gli mettono il braccialetto. Quello scambio deve essere stato un trauma anche per me - ha raccontato -. Sono la quarta di cinque figli e da piccola quando litigavamo mi dicevano: tu non sei nostra sorella, da piccola ti hanno scambiata in culla. Piangevo disperata e mia madre doveva consolarmi. E’ morta tre anni fa, sarebbe stata felicissima di sapere dell’incontro con Maria Dolores. Avevamo pensato di rivolgersi alle trasmissione tv per rintracciarla, Portobello o C’è posta per te. Poi non ne avevamo fatto nulla".
Nel 1965 non esisteva ancora il braccialetto identificativo per i neonati, ma soltanto un cerotto sulla schiena con il nome del bambino. "Per cinque giorni sono stata allattata da un’altra mamma e mi hanno anche battezzata in ospedale con il nome di Antonella - ha spiegato Maria Dolores -. Prima delle dimissioni mio padre chiese alle assistenti che mi facessero il bagnetto, così hanno visto il cerotto e si è scoperto l’errore".
Maria Dolores racconta invece di aver portato per anni i segni di quello scambio. "Da bambina piangevo spesso per la paura di perdere i miei genitori - ha precisato -. Ho dovuto fare un lungo percorso per liberarmi da quel senso di abbandono". Entrambe però hanno sempre pensato alla "sorella di latte" e desiderato almeno di incontrarla una volta nella vita.
Rintracciarsi però non è stato facile. Su Facebook Maria Dolores ha scritto a tutte le Antonella Chiodi chiedendo la data di nascita, finché un giorno una di loro ha risposto di sì. "Sono io quella bambina", ha risposto Antonella, dando il via a un lungo scambio di email. Poi la decisione di incontrarsi.