Cerca nel blog

la conservazione degli alimenti

 


Oggi le malattie trasmesse dagli alimenti rappresentano uno dei più rilevanti problemi per la sanità pubblica.
I prodotti freschi sono facilmente soggetti ad alterazioni dei loro caratteri organolettici (odore, sapore, colore, consistenza) e spesso diventano non commestibili. I maggiori responsabili sono soprattutto i microrganismi che, seppure siano stati debellati nel corso del tempo grazie agli ormai tradizionali sistemi di conservazione domestici (frigorifero), non rappresentano comunque un pericolo del tutto scongiurato.  

Il problema sta all’origine. Perché un alimento arrivi sano al consumatore è importante che l’intera filiera produttiva (allevamenti o colture, trasformazione e conservazione, distribuzione e commercializzazione) rispetti le norme igienico-sanitarie.

Gli alimenti possono essere contaminati all’origine (contaminazione primaria) oppure durante le pratiche di lavorazione (contaminazione secondaria). Nel primo caso, dai luoghi di produzione gli alimenti escono con all’interno salmonelle o altri germi che provengono da animali ammalati, residui di sostanze chimiche (pesticidi, farmaci, ormoni) su verdura, frutta, latte, pesci e uova. Nella seconda ipotesi, invece, la fonte di contaminazione è l’uomo oppure le attrezzature utilizzate per la lavorazione.

Cosa possiamo fare noi. Se le principali malattie trasmesse agli alimenti dipendono dalla filiera produttiva, anche una corretta conservazione – insieme a semplice norme di comportamento quotidiano – può scongiurare qualche pericolo. Innanzitutto è necessario conservare il cibo congelato (o opportunamente raffreddato) fino al momento del consumo, seguendo attentamente le indicazioni fornite in etichetta.

Durante la preparazione dei pasti, è bene lavarsi regolarmente le mani e, in caso di malattia, non toccare i cibi che verranno consumati dal resto della famiglia. Importante è anche mantenere le superfici pulite, lavare sempre gli utensili dopo l’uso e tenere separati gli alimenti tra loro.

La cottura. Per abbattere il maggior numero possibile di germi nocivi, è necessario cuocere accuratamente gli alimenti, consumarli rapidamente dopo la preparazione oppure, eventualmente, conservarli con cura. Va evitato il contatto tra gli alimenti crudi e quelli cotti e vanno conservati e manipolati con cautela quelli più adatti allo sviluppo batterico come carni, prodotti ittici, preparazioni a base di uova, latticini.

La conservazione. Oltre a saper scegliere gli alimenti, bisogna saperli conservare. I cibi vanno innanzitutto tenuti al riparo da luce, fonti di calore, polvere, insetti e umidità, conservandoli alla giusta temperatura. Bisogna evitare di metterli in contenitori usati anche per altri scopi e quelli freschi, sfusi o confezionati (che nei negozi vengono custoditi nei banchi refrigerati), vanno trasportati a casa al più presto e riposti in frigorifero.

Carne, pesce, latticini freschi, dolci alla crema, maionese, salse, brodi e alimenti deperibili in generale non vanno mai lasciati a temperatura ambiente per più di due ore. Il frigorifero deve essere tenuto in condizioni di perfetta pulizia ed efficienza, sbrinato automaticamente o manualmente ogni quindici giorni. Deve essere regolato intorno ai +4/+5° C, che bloccano la crescita di numerosi batteri e inibiscono la produzione della maggior parte delle tossine.

Come scongelare. I cibi possono essere posti direttamente in cottura, scongelati in frigorifero, nel microonde, a bagnomaria o secondo le istruzioni indicate in etichetta. Mai a temperatura ambiente (per non favorire la crescita batterica) o in acqua (per la possibile perdita di nutrienti).